jueves, enero 31, 2008

Ho fatto le pulizie __--__

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...ed è stato come lasciarsi andare.

Post un pò contorto, sospetto sarà questo, però sentivo il bisogno di lasciar traccia di oggi.

E' una delle cose più difficili da imparare, quella di ascoltare, interpretare e seguire i messaggi che manda il corpo.

Piangere per esempio. Normalmente non mi oppongo alle lacrime, quando chiedono di uscire. Se la richiesta è insistente, non mi dà pudore nemmeno piangere in pubblico (ma devo ammettere che mi capita di rado).

Di solito, viene archiviata come l'ennesima riprova di come noi donne siamo facili al fascino dei lucciconi...allora si, io lo sono. Con buona pace di chi nell'osservare il mondo (e le persone) non va più in là del suo naso.

Stamattina mi sono alzata con una sensazione di malessere. Forte.

Sensazione di stretta alla gola e nausea. A un certo punto è diventata insopportabile. Ho provato di tutto, persino (cosa mai lontanamente pensata in vita mia, nemmeno da ubriaca persissima!) di indurmi a vomitare per mandar via dei terribili crampi allo stomaco.

Niente.

Avevo bisogno di fare qualcosa.

Chi piange in un momento della propria vita in cui gli stati d'animo predominanti (per lo meno quelli da mostrare agli altri) devono essere sicurezza di sè, assenza di sbalzi d'umore, perfetto controllo della situazione, è di solito guardato con sospetto.

Anche io mi sono guardata con sospetto. Poi, ho deciso di dare ascolto al mio corpo e ho scelto di piangere.

E la cosa strana è stato rendermi conto che, per la prima volta in vita mia, ho pianto per la fatica.

Era quello (più un plausibile quantitativo di tensione) il motivo del mio malessere.
Sono psicologicamente stanca, e non permettevo al mio cervello di esserlo. Perchè il mio corpo mi diceva (apparentemente) il contrario, così pieno di entusiasmo e di energia.

Mi sono accoccolata in terrazza, sul cubo di legno sovrastato dal cuscinone che fa da chillout...come sempre ho bisogno di guardare l'Oceano in questi casi, ma non ce la facevo a muovere un passo fuori di casa...la temperatura era estiva e io non smettevo di aver freddo, al sole, sotto il mio plaid di lana rossa...

E ho pianto.

Nemmeno convulsamente, a dire il vero. Piuttosto, lacrime silenziose, intermittenti, che venivano e si ritraevano. Cessavano, e ritornavano.

Le ho lasciate uscire senza interferenze, anche quando Susana è passata da casa a vedere che fine avessi fatto. Parlavamo d'altro, e piangevo senza singhiozzi.

Ora, mi sento spossata. Continuo ad avere un pò lo stomaco infastidito da strani crampi e mi sento come se all'imprrovviso avessi 40 di febbre...POWER OF MIND (come se ne dubitassi, di questo potere!:))

Insieme alle lacrime, ho lasciato uscire un pò di cose che non mi erano adate molto giù. Come ho scritto in una mail, ostentare indifferenza non è qualcosa che mi appartiene.

Io sono una che le cose se le vive dense e spesse, altrimenti nemmeno si avvicina...da piccola (quando parlavo prima di camminare e rompevo le p.lle a tutti con le mie storie -"incantavo" le persone, secondo la distorta visione materna-) dicevano spesso ai miei "sta criatura tene arteteca": questa bambina c'ha un carattere inquieto...presagio che a volte mi fa invidiare le persone che navigano tranquille e felici lungo il fiume delle proprie esistenze.

Vado a dormire. Che è meglio...

Buonanotte, mondo!:)

1 comentario:

Krabat dijo...

Hay idiomas que cuentan muchas más cosas de las que dicen, y siempre he creído que el italiano es uno de ellos.

Ha sido un gran descubrimiento este blog, incluso algún post me ha hecho pensar mucho (no diré cuál) y me he replanteado cosas importantes.

Gracias.